Un incontro casuale

Era il mese di giugno quando decisi di prendere una pausa dalla mia vita quotidiana e partire per una vacanza in solitaria in Croazia. Dopo una delusione d'amore che aveva scosso le fondamenta della mia esistenza, avevo bisogno di allontanarmi da tutto e riflettere sulle scelte che avevo fatto e su quelle che avrei dovuto fare.

 

La Croazia sembrava il luogo perfetto per trovare la pace interiore che tanto desideravo. Il suo mare cristallino, le città storiche e il calore del sole mi hanno subito conquistato. E così, ho preso un volo e mi sono diretto verso un destino sconosciuto, senza alcun piano preciso se non quello di seguire il flusso del momento.

 

Era il quarto giorno del mio viaggio quando l'ho incontrata. Era seduta da sola in un piccolo ristorante lungo la costa, con uno sguardo perso nell'orizzonte. La sua bellezza era disarmante, con lunghi capelli biondi che danzavano al vento e occhi che riflettevano il blu profondo del mare. Non sapevo cosa mi abbia spinto a sedermi al suo tavolo, ma quando i nostri sguardi si sono incrociati, ho capito che dovevo farlo.

 

Abbiamo iniziato a parlare come se fossimo vecchi amici ritrovati dopo anni di separazione. Le sue risate erano contagiose, e la sua personalità solare ha sciolto il ghiaccio che avevo intorno al cuore. Ho imparato che si chiamava Elena, una ragazza proveniente dalla Polonia che era in viaggio da sola alla scoperta del mondo.

 

I nostri giorni insieme sono stati come una bolla di felicità sospesa nel tempo. Abbiamo esplorato le strette strade di città costiere come Dubrovnik e Split, ci siamo persi nei vicoli pittoreschi e ci siamo persi tra i sapori della cucina locale. Le notti trascorse guardando le stelle, parlando di sogni e desideri, sembravano durare un'eternità.

 

Ma come tutte le cose belle, anche la nostra vacanza doveva finire. E così, dopo cinque giorni di pura magia, è stato il momento di tornare alla realtà. Ci siamo scambiati i numeri di telefono, promettendoci di rimanere in contatto, di continuare a coltivare quello che sembrava essere un legame speciale. Ma quando ho cercato di chiamarla, ho scoperto che il numero che mi aveva dato non esisteva. Elena era sparita nel nulla, senza lasciare traccia.

 

Sono passati due anni da allora, ma il ricordo di quei giorni trascorsi insieme continua a tormentarmi. Mi chiedo chi fosse davvero Elena, se quello che abbiamo vissuto fosse solo un sogno fugace o qualcosa di più profondo. Eppure, non importa quanto tempo passi, non riesco a dimenticare il suo sorriso, i suoi occhi, il suono della sua voce.

 

Forse un giorno la ritroverò, o forse no. Ma una cosa è certa: quel breve incontro ha lasciato un'impronta indelebile nel mio cuore, un ricordo che continuerà a bruciare come una fiamma vivida, anche se tutto il resto sarà solo cenere.

 

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